Studio SYNCHRONY: effetti di Aleglitazar sul rischio di malattia cardiovascolare nei pazienti con diabete mellito di tipo 2
Nonostante precedenti indicazioni relative a potenziali effetti avversi di tipo cardiovascolare degli agonisti di PPAR ( peroxisome proliferator-activated receptor ), l’impiego degli agonisti PPAR per ridurre il rischio cardiovascolare nei pazienti con diabete mellito di tipo 2 suscita grande interesse.
Lo studio SYNCHRONY è stato intrapreso con lo scopo di stabilire gli effetti in termini di riduzione dei livelli di glicemia, di modificazione dei livelli lipidici, e il profilo di sicurezza di Aleglitazar, un agonista PPAR-gamma e PPAR-alfa.
Sono stati arruolati pazienti con diabete di tipo 2 ( sia mai trattati in precedenza, sia pretrattati con al massimo 2 farmaci assunti per os ).
Dopo un periodo di run-in con placebo di 4-5 settimane in singolo-cieco, 332 pazienti sono stati assegnati in modo casuale, in doppio cieco, a un trattamento di 16 settimane con singole dosi giornaliere di 50, 150, 300 o 600 microg di Aleglitazar, oppure con placebo ( n=55 in ognuno dei gruppi ) o a una somministrazione giornaliera in aperto di Pioglitazone ( 45 mg; n=57 ) come riferimento.
L’endpoint primario di efficacia era il cambiamento della concentrazione di emoglobina glicosilata ( HbA1c ) dal basale alla fine del trattamento.
I pazienti che hanno ricevuto almeno una dose del farmaco in studio e avevano almeno una misurazione post-basale di HbA1c sono stati inclusi nell’analisi di efficacia.
Dall’analisi di efficacia sono stati esclusi 6 pazienti ( n=0 nel gruppo Pioglitazone; n=1 in ciascuno dei gruppi placebo, 50, 150 e 600 microg di Aleglitazar e n=2 nel gruppo Aleglitazar 300 microg ).
Aleglitazar ha significativamente ridotto il livello basale di HbA1c rispetto al placebo in maniera dose-dipendente da –0.36% ( p=0.048 ) con 50 microg a –1.35% ( p
La tendenza del cambiamento nel tempo ha indicato che l’effetto massimo di Aleglitazar sulla concentrazione di emoglobina glicosilata non era stato ancora raggiunto dopo 16 settimane di trattamento.
Edema, emodiluizione e aumento di peso si sono verificati con modalità dose-dipendente.
Tuttavia, a dosi di Aleglitazar inferiori a 300 microg, nessun paziente ha presentato insufficienza cardiaca congestizia, la frequenza di edema è risultata simile a quella osservata con il placebo ( 1 caso a 50 microg, 2 a 150, e 3 con placebo ) e inferiore a quella osservata con Pioglitazone ( 4 casi ); inoltre l’aumento di peso è risultato inferiore a quello osservato con Pioglitazone ( 0.52 kg a 150 microg versus 1.06 kg ).
Secondo gli Autori, il bilancio favorevole nel profilo di sicurezza ed efficacia di Aleglitazar fornisce una buona base per l’avvio di studi di fase III. ( Xagena2009 )
Henry RR et al, Lancet 2009; 374: 126-135
Farma2009 Endo2009 Cardio2009
Indietro
Altri articoli
Pazienti con nefropatia cronica e diabete mellito di tipo 2: Finerenone riduce il rischio cardiovascolare
Il Finerenone ( Kerendia ), un nuovo antagonista recettoriali per mineralcorticoidi ( MRA ) selettivo, ha mostrato un effetto...
Tirzepatide versus Insulina glargine nel diabete mellito di tipo 2 e aumento del rischio cardiovascolare: studio SURPASS-4
Sono state valutate l'efficacia e la sicurezza, con particolare attenzione alla sicurezza cardiovascolare, del nuovo doppio agonista del recettore GIP...
Rischio cardiovascolare con Rosiglitazone, un farmaco per il diabete
Il Rosiglitazone ( Avandia ) è stato collegato a un aumentato rischio cardiovascolare, in particolare per gli eventi di insufficienza...
La Metformina può ridurre la mortalità nei pazienti con diabete e ad alto rischio di malattia cardiovascolare
In una analisi post hoc dello studio SAVOR-TIMI 53 riguardante pazienti con diabete mellito e ad alto rischio cardiovascolare, i...
Effetti di Linagliptin sull'insufficienza cardiaca ed esiti correlati in individui con diabete mellito di tipo 2 ad alto rischio cardiovascolare e renale nello studio CARMELINA
Gli individui con diabete mellito di tipo 2 sono ad aumentato rischio di insufficienza cardiaca, in particolare quelli con coesistente...
Effetto di Linagliptin versus placebo sui principali eventi cardiovascolari negli adulti con diabete di tipo 2 e ad alto rischio cardiovascolare e renale: studio CARMELINA
Il diabete di tipo 2 è associato a un aumentato rischio cardiovascolare. Studi precedenti hanno dimostrato la sicurezza cardiovascolare di...
Relazione prognostica tra gravità del diabete mellito con o senza malattia renale cronica e rischio cardiovascolare dopo intervento coronarico percutaneo
La presenza di diabete mellito o malattia renale cronica è associata a una prognosi peggiore dopo intervento coronarico percutaneo (...
L'Insulina basale, le sulfoniluree aumentano il rischio cardiovascolare nel diabete di tipo 2
Uno studio real-world ha mostrato che l'uso di Insulina basale o delle sulfoniluree come trattamento di seconda linea negli adulti...
Fattori di rischio per la presenza e la progressione della neuropatia autonomica cardiovascolare nel diabete di tipo 2
È stato esaminato il decorso della neuropatia autonomica cardiovascolare ( CAN ) e dei relativi fattori di rischio cardiometabolico nei...
Esiti cardiovascolari in base a albumina urinaria e malattia renale nei pazienti con diabete di tipo 2 ad alto rischio cardiovascolare: studio SAVOR-TIMI 53
Un livello elevato del rapporto albumina urinaria / creatinina ( UACR ) è un marker di disfunzione renale e predittore...